Diritto Penale

28/03/2011

Lesioni personali se l'atleta colpisce l'avversario a gioco fermo

Con sentenza n. 10138 del 2011, la Corte di cassazione ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano condannato per lesioni personali un giocatore di pallacanestro che, durante una partita, aveva colpito con un pugno un avversario, rompendogli il setto nasale.

La Corte ha aderito alle motivazioni rese dai giudici di secondo grado per i quali l'atleta era da considerare responsabile in considerazione del fatto che il colpo in faccia era partito quando il gioco era fermo.

Per la Corte di legittimità, infatti, il reato sarebbe stato da escludere solo nel caso in cui l'azione si fosse realizzata nella foga della partita. Era inoltre determinante – sottolinea la Corte – verificare se la violenza fosse stata esercitata per finalità sportive o per motivi personali, quali rabbia o risentimento. E nel caso in esame, la violenza aveva travalicato la passione per il gioco comportando il superamento della soglia del rischio consentito.

 

Diritto Civile | Immobili

28/03/2011

Se ancora non è stato chiesto il permesso per costruire, ok al preliminare di vendita senza la garanzia del costruttore

La Corte di cassazione, con sentenza n. 5794 del 2011, ha affermato la validità del preliminare di vendita di un immobile su carta per il quale non era stata prestata apposita fideiussione da parte del costruttore. Nella specie, non era stato ancora richiesto il permesso per edificare e non era iniziata neanche la fabbricazione.

Per i giudici di legittimità, in particolare, le disposizioni di cui al Decreto legislativo n. 122/2005, dettate dal legislatore a tutela degli acquirenti di immobili da realizzare, facendo espresso riferimento agli immobili
“per i quali sia stato richiesto il permesso di costruire” trovano applicazione solo nei casi in cui gli immobili stessi siano stati oggetti di richiesta di permesso di costruire e siano ancora da edificare “o la cui costruzione non risulti essere stata ultimata versando in stadio tale da non consentire ancora il rilascio del certificato di agibilità”.

Validamente, quindi, prima della richiesta al Comune del permesso ad edificare, il promissario acquirente ed il costruttore possono accordarsi per la stipula di un preliminare relativo a un edificio progettato solo sulla carta senza che sia necessaria la prestazione di un'idonea garanzia da parte dell'impresa costruttrice.

Lavoro

28/03/2011

Legittimo il licenziamento per operato illecito del dipendente provato dalle telecamere aziendali

E' ammissibile utilizzare, nel processo del lavoro di impugnazione del licenziamento ritenuto illegittimo, le riprese video delle telecamere installate dal datore di lavoro per la tutela del patrimonio aziendale. A precisarlo è la Corte di cassazione nella sentenza n. 6498 del 22/3/2011, affrontando il caso di un licenziamento per giusta causa nei confronti di un dipendente di un istituto di vigilanza accusato di aver sottratto dei soldi.

E' noto che, ai sensi dello Statuto dei lavoratori, vige il divieto da parte del datore di lavoro di installare telecamere per controllare a distanza l'operato dei dipendenti; l'installazione è pero permessa a fini di esigenze produttive ed organizzative o per la sicurezza del lavoro in presenza di autorizzazione dei rappresentanti sindacali. Nella fattispecie studiata, i sindacati avevano autorizzato l'installazione delle telecamere e ciò, secondo la cassazione, non osta a che le riprese video siano poi servite per provare l'illecito del dipendente.

La sentenza ha poi ritenuto legittimo l'operato del giudice di appello che ha disposto d'ufficio l'ammissione dei video tra le prove.

Testo

 

Fisco

28/03/2011

Accertamento. L´assoluzione penale non salva il contribuente dai controlli del Fisco

L’equazione tra assoluzione in sede penale ed esonero delle responsabilità in sede tributaria è stata ribaltata dalla Corte di Cassazione. Con la sentenza n. 5564 del 2011, i Supremi giudici muovono da una chiave di lettura completamente differente rispetto al passato, sostenendo che il processo penale e quello tributario viaggiano su due binari paralleli, che non devono necessariamente incontrarsi. In diverse sentenze la Corte ha, infatti, specificato che il giudice tributario può essere libero di prendere e utilizzare elementi provenienti dal processo penale senza dover rispettare particolari regole.

Il presupposto è stato applicato al caso di specie, che riguarda un avviso di accertamento notificato ad un contribuente che aveva fatto ricorso, in quanto sosteneva che i maggiori tributi e le relative sanzioni si riferivano all’attività del padre defunto e che lui non ne doveva in alcun modo rispondere, avendo rifiutato l’eredità. Di fatto, da controlli effettuati dalla GdF, si è constatato che il contribuente aveva tacitamente accettato l’eredità paterna, con il conseguente passaggio di tutti i rapporti dal padre defunto al figlio. Di conseguenza la pronuncia di assoluzione di reato di evasione nei confronti del padre e dei figli, emessa quando il padre era ancora in vita, non poneva l’erede al riparo da un ulteriore eventuale controllo da parte del Fisco. Dunque, l’estinzione del procedimento penale a carico del padre conseguente alla sua morte, non mette al riparo il figlio da un eventuale accertamento tributario.

Testo

 

28/03/2011

Fallimento: differenza tra inventario e magazzino su quantità e qualità non sul valore dei beni

La Corte di cassazione, con la sentenza 5572 depositata il 9 marzo 2011, interviene nell’ambito del fallimento di una Srl e chiarisce che è nei poteri del Fisco effettuare un riscontro tra i beni registrati nell'inventario con quelli presenti nel magazzino, o nei luoghi nei quali il contribuente esercita la propria attività, ma il confronto deve essere eseguito, perché sia applicabile la presunzione di cessione ai fini Iva, sull'individuazione dei singoli beni e non sul mero valore attribuito loro.

Pertanto, è illegittimo il raffronto eseguito dall'ufficio sulla base non dei singoli beni, ma della differenza del valore attribuita loro in tempi e con criteri diversi.

Nel caso, l’inventario della fallita era basato sul valore dei beni e si discostava dall’inventario della curatela in quanto una parte dei beni era inclusa in un contratto d'affitto d'azienda e la parte restante era stata inventariata diversamente dall’azienda e dal curatore fallimentare. Quest’ultimo aveva inventariato la merce secondo il possibile realizzo da vendita fallimentare, la Srl secondo il prezzo d'acquisto storico.

CORTE DI CASSAZIONE - SENTENZA 5572 depositata il 9 marzo 2011

Testo